La volpe e il leone machiavelli pdf

"INDICE Ringraziamenti 7 Presentazione, di Pietro C. Marani 9 Introduzione 13 PARTE PRIMA L’ART AU-DESSUS DE TOUTES LES POLITIQUES Il dilemma storiografico Capitolo I. LEONARDO, DALL’APOLITICITÀ AL COSMOPOLITISMO 23 Capitolo II. IL LEONARDO DI GRAMSCI, TRA ESTETICA E POLITICA 40 Capitolo III. STRANI CONCETTI E NUOVE CHIMERE: IL DIBATTITO SU LEONARDO FILOSOFO 46 PARTE SECONDA O PER SANGUINITÀ O PER ROBA SANGUINATA Per un lessico politico leonardiano Capitolo I. NATURA, TEMPO, UOMO 59 I.1. La farfalla e il lume: l’inesorabilità della legge di natura 61 I.2. Disfazioni di re e mutazioni di stati: tempo naturale e tempo politico 63 I.3. Crudele e dispietato monstro: antropologia negativa 64 Appendice A. Trascrizioni critiche dei testi 68 Capitolo II. LO STATO, LAROBA E LA LIBERTÀ 71 II.1. Mezzo a usurpare il mondo: lo “stato” 73 II.2. La “roba”: interesse economico e fedeltà politica 79 II.3. Il dono principal di natura: il “bene comune” della libertà 88 Appendice B. Trascrizioni critiche dei testi 99 Capitolo III. BELLEZZA E UTILITÀ: IL“CORPO” DELLA CITTÀ 110 III.1. Popoli, magnati, signori: rifondare una città politica 113 III.2. Gli ufiziali dell’anima: la metafora organologica 121 III.3. Alberti e Leonardo: l’architettura, linguaggio socio-politico 128 Appendice C. Trascrizioni critiche dei testi 137 Capitolo IV. LA PAZZIA BESTIALISSIMA: LA GUERRA 141 IV.1. “Naturalità” del conflitto 143 IV.2. La guerra come scontro di forze vitali 148 IV.3. La vocazione pacifista di un ingegnere militare 152 Appendice D. Trascrizioni critiche dei testi 157 PARTE TERZA UNA RARA CONGIUNZIONE DI ASTRI Il rapporto intellettuale con Machiavelli Capitolo I. LE RAGIONI DI UN INCONTRO E L’INCONTRO DELLE RAGIONI 165 I.1. Indizi convergenti. 166 I.2. Il contratto per l’incarico della Battaglia di Anghiari 171 I.3. L’impresa della deviazione del corso dell’Arno 174 Capitolo II. INVENTORI E INTERPRETI TRA LA NATURA E LI OMINI 178 II.1. Politica, natura e scienza 182 II.2. La scienza dell’uomo e i rimedi della politica 183 II.3. Medicina, fisiologia comparata, arte della guerra 186 Capitolo III. L’INGEGNO E LA FANTASIA 190 III.1. Il disegno dei paesi e la natura dei popoli 194 III.2. Colorire la inosservanzia: uomo e bestia, dualismo e dissimulazione 205 III.3. Dall’eternità del mondo al governo delle città 210 Appendice E. Machiavelli, Leonardo e l’idea di “stato” 222 435 PARTE QUARTA UNA FINZIONE CHE SIGNIFICA COSE GRANDI Le allegorie politiche di Leonardo. Premessa Figurare e descrivere: le forme di rappresentazione e trasmissione del pensiero di Leonardo 231 CATALOGO DELLE ALLEGORIE POLITICHE 237 I. Disegni e tracce testuali 241 Dal “broncone” alla “fortuna calva” (1479-82) 241 La “scopetta”, gli “occhiali” e la “cadrèga” di fuoco (1485-97) 245 Dall’“hostinato rigore” alla nave dello stato (1508-15) 262 II. Dipinti 271 Opere conservate 271 Opere perdute 290 III Progetti di scenografie per feste e giostre 314 ELENCO DELLE TAVOLE FUORI TESTO 325 APPARATI I. Prospetto biografico 369 II. Manoscritti e codici di Leonardo citati 371 III. Regesto cronologico degli scritti 374 BIBLIOGRAFIA 376 Addenda 409 Indice dei nomi 421"

Machiavelli, da IL PRINCIPE, La volpe e il leone.

Capitolo 18 - La lealt� del principe ovvero la volpe e il leone.

Ognuno sa quanto sia apprezzabile, per un principe, essere leale e vivere con onest�, non con l�inganno. L�esperienza dei nostri tempi ci insegna tuttavia che i principi, i quali hanno tenuto poco conto della parola data e ingannato le menti degli uomini, hanno anche saputo compiere grandi imprese e sono alla fine riusciti a prevalere su coloro che si sono invece fondati sulla lealt�.

Dovete dunque sapere come ci siano due modi di combattere: l�uno, con le leggi; l�altro, con la forza. Il primo modo appartiene all�uomo, il secondo alle bestie. Ma poich� molte volte il primo modo non basta, si rende necessario ricorrere al secondo. � pertanto necessario che un principe sappia servirsi dei mezzi adatti sia alla bestia sia all�uomo. Gli antichi scrittori hanno gi� fornito ai principi questo insegnamento sotto forma di allegoria, quando hanno riferito che Achille e molti altri principi dell�antichit� furono affidati al centauro Chirone perch� li allevasse e li educasse sotto la sua disciplina. L�avere per precettore qualcuno che sia mezza bestia e mezzo uomo, ha un solo significato: che il principe deve sapersi servire dell�una e dell�altra natura, perch� l�una senza l�altra non resiste nel tempo.

Il principe � dunque costretto a saper essere bestia e deve imitare la volpe e il leone. Dato che il leone non si difende dalle trappole e la volpe non si difende dai lupi, bisogna essere volpe per riconoscere le trappole, e leone per impaurire i lupi. Coloro che si limitano a essere leoni non conoscono l�arte di governare. Un signore prudente, pertanto, non pu� n� deve rispettare la parola data se tale rispetto lo danneggia e se sono venute meno le ragioni che lo indussero a promettere. Se gli uomini fossero tutti buoni, questa regola non sarebbe buona. Ma poich� gli uomini sono cattivi e non manterrebbero nei tuoi confronti la parola data, neppure tu devi mantenerla con loro. N� mai a un principe mancarono pretesti legali per mascherare le inadempienze. Se ne potrebbero fornire infiniti esempi tratti dalla storia moderna, e mostrare quante paci, quante promesse furono violate e vanificate dalla slealt� dei principi, e chi meglio ha saputo farsi volpe, meglio � riuscito ad aver successo. Ma � necessario saper mascherare bene questa natura volpina ed essere grandi simulatori e dissimulatori. Gli uomini sono cos� ingenui e legati alle esigenze del momento che chi vuole ingannare trover� sempre chi si lascer� ingannare.

Voglio portare un esempio recente. Papa Alessandro VI non fece mai altro, non pens� mai ad altro che a ingannare gli uomini, e sempre trov� materia per poterlo fare. Non ci fu mai uomo che promettesse con cos� grande efficacia, che giurasse con altrettanto fervore e che poi mancasse di parola quanto lui. Nondimeno riusc� sempre a ingannare a suo piacimento, perch� conosceva bene quest�aspetto del mondo.

Un principe, dunque, non deve realmente possedere tutte le qualit�, ma deve far credere di averle. Oser� anzi dire che, se le ha e le usa sempre, gli sono dannose. Se fa credere di averle, gli sono utili. Nel senso che egli deve apparire clemente, degno di fede, umano, onesto, religioso, e anche esserlo realmente; ma se poi gli � necessario non esserlo, il suo animo deve essere sempre pronto a potere e a sapere mutarsi nell�esatto contrario. Bisogna, infatti, capire che un principe, soprattutto un principe nuovo, non pu� rispettare tutte quelle norme in base alle quali gli uomini sono considerati buoni, perch� egli � spesso obbligato, per mantenere il potere, a operare contro la lealt�, contro la carit�, contro l�umanit�, contro la religione. Bisogna perci� che egli abbia un animo disposto a indirizzarsi secondo il vento della fortuna e il mutare delle situazioni. Insomma, come dissi prima, non si allontani dal bene, quando pu�, ma sappia entrare nel male, quando vi � costretto.

Un principe deve fare grande attenzione a che non gli esca mai di bocca una parola che non sia piena delle cinque qualit� sopra indicate. Deve insomma apparire, a guardarlo e a udirlo, tutto clemenza, tutto lealt�, tutto onest�, tutto umanit�, tutto religione. Niente gli � pi� indispensabile che apparire religioso. Gli uomini, in generale, giudicano pi� con gli occhi che con le mani, perch� tutti vedono e pochi toccano con mano. Tutti vedono quello che tu sembri, ma pochi toccano con mano quel che tu sei, e questi pochi non osano opporsi all�opinione dei molti, che oltre tutto sono protetti dall�autorit� dello Stato. Nel giudicare le azioni degli uomini, e soprattutto dei principi che non possono essere convocati in giudizio non si guarda ai mezzi, ma al fine. Il principe faccia quel che occorre per vincere e conservare il potere. I mezzi saranno sempre giudicati onorevoli e lodati da ognuno, perch� il volgo bada sempre alle apparenze e al risultato. E nel mondo il popolo � da per tutto. Le minoranze non contano, quando le maggioranze hanno dove appoggiarsi. Un principe dei nostri tempi, che � meglio non nominare [Ferdinando il Cattolico], predica sempre pace e onest�, ma non ha mai rispettato n� l�una n� l�altra. Del resto, se le avesse rispettate, avrebbe pi� volte perso la sua autorit� o i suoi Stati.

Analisi del testo

Essere onesto e leale � certamente una qualit� apprezzabile in un principe. Tuttavia spesso capita di vedere, nella realt�, che abbiano pi� successo i principi che ingannano e che non mantengono la parola data piuttosto che quelli leali. Ci sono due modi di governare, uno propriamente umano, mediante le leggi e uno proprio delle bestie, mediante la forza. Un principe accorto deve sapersi avvalere dei mezzi propri della bestia e dell�uomo. Quanto ai primi, il principe deve essere al tempo stesso volpe e leone, saper cio� ricorrere all�astuzia e alla forza secondo le circostanze e le necessit�. Il leone sa spaventare e sa difendersi dai nemici (dai lupi), ma non sa vedere le trappole, come fa invece la volpe. Machiavelli attribuisce grande importanza all�astuzia volpina, che comporta spesso il non tener fede alla parola data e il ricorso all�inganno, se questo � necessario per conservare il potere e se sono venute meno le ragioni della promessa. Gli uomini, infatti, sono malvagi e bugiardi, perci� il principe deve regolarsi di conseguenza. Non gli mancheranno senz�altro i pretesti per giustificare e mascherare le sue inadempienze, se sapr� essere bravo a mentire, anche perch� gli uomini sono ingenui e di corta memoria, per cui trover� sempre chi si lascer� ingannare.

Un principe non deve possedere tutte qualit� buone, anzi, se le ha e ne fa sempre uso questo pu� addirittura danneggiarlo. Deve per� far credere di averle, sembrando clemente, degno di fede, umano, onesto, religioso. Deve anche esserlo veramente, ma se necessario anche non esserlo, adattando il proprio comportamento alle circostanze, facendo ricorso a condotte moralmente discutibili, pur di conservare il potere. L�apparenza per� deve essere salva: il principe deve sembrare, agli occhi del popolo, clemente, degno di fede, umano, onesto, religioso. In particolare deve sembrare religioso. Pochi sono in grado di verificare da vicino quel che veramente sei, mentre la massa giudica da quel che vede in superficie. Inoltre, nel giudicare l�operato di un principe, il popolo non guarda tanto ai mezzi che ha usato quanto alle apparenze e al successo concreto di un�azione.

Cosa intende Machiavelli con il leone e la volpe?

Il principe è dunque costretto a saper essere bestia e deve imitare la volpe e il leone. Dato che il leone non si difende dalle trappole e la volpe non si difende dai lupi, bisogna essere volpe per riconoscere le trappole, e leone per impaurire i lupi.

Cosa rappresenta il leone per Machiavelli?

Il ragionamento del Machiavelli si sviluppa sulla base della doppia metafora della volpe (la “golpe”) e del leone (il “lione”), le cui caratteristiche, l'astuzia e la forza, devono essere prese a modello dal principe.

Che cosa significa che nel mondo non è se non vulgo?

Se il principe vince e mantiene lo stato le sue azioni saranno sempre giudicate degne di onore e lode. Perché « il vulgo », ovvero i molti, sono sempre conquistati da ciò che pare e dal risultato e « nel mondo non è se non vulgo ».