Quando è il caso di fare una colonscopia

Scritto da Prof. Giancarlo Caletti.

La colonscopia oggi è considerata l’indagine regina per la diagnosi delle malattie del colon e dell’ileo terminale.
Essa è sempre più richiesta e le liste di attesa si allungano in modo impressionante, nonostante le strutture del SSN aumentino continuamente l’offerta.
Un’analisi accurata del problema rivela che sia in Italia che all’estero molte di queste procedure sono richieste in modo inappropriato, cioè senza che ne derivi al paziente alcuna utilità. 
La colonscopia oggi è considerata l’indagine regina per la diagnosi delle malattie del colon e dell’ileo terminale.

Essa è sempre più richiesta e le liste di attesa si allungano in modo impressionante, nonostante le strutture del SSN aumentino continuamente l’offerta.
Un’analisi accurata del problema rivela che sia in Italia che all’estero molte di queste procedure sono richieste in modo inappropriato, cioè senza che ne derivi al paziente alcuna utilità.
Per ridurre l’attesa a chi ha una necessità reale di effettuare una colonscopia bisogna quindi rimeditare attentamente le corrette indicazioni per richiederla la prima volta ed ancor di più per quando ripeterla.
L’indicazione principale della colonscopia è la diagnosi del cancro colo-rettale, possibilmente in fase precoce, e la rimozione dei suoi precursori, i polipi.
Pertanto non dovrebbe essere richiesta con questo proposito prima dei 45-50 anni, fascia di età in cui il cancro colo-rettale comincia a manifestarsi, a meno che non vi siano i cosiddetti segni di allarme (sanguinamento rettale visibile, anemizzazione, masse addominali, forte dimagramento, febbre.

Richiedere una colonscopia, in un giovane, magari donna, con dolori addominali e/o diarrea è di scarsa utilità, a meno che non si abbiano esami ematici fortemente indicativi per una malattia di Crohn, come PCR, leucocitosi, calprotectina fecale molto elevate.

Dai 50 anni in poi una colonscopia andrebbe sempre effettuata, anche in buona salute, in quanto essa rappresenta un ottima prevenzione al cancro colo-rettale, nettamente superiore per sensibilità e specificità al sangue occulto fecale.
Se la colonscopia è stata eseguita correttamente e non ha evidenziato lesioni, andrebbe poi ripetuta ogni 5> max 10 anni fino a 75 anni.

Dopo i 75 la colonscopia dovrà essere eseguita solo se comparissero i segnali di allarme.
Fra questi non è inclusa la stipsi, anche se di recente insorgenza ma non accompagnata dai segnali di allarme.
Sono infatti numerosissime le cause non tumorali di stipsi sia nei giovani che nei vecchi, per cui una colonscopia risulterebbe quasi sempre normale.
Anche il controllo della diverticolosi con la colonscopia non è di alcuna utilità, anzi rende la procedura molto più pericolosa della media.

Un eccesso di richieste di colonscopie avviene poi nell’intento di controllare l’eventuale ricrescita dei polipi in soggetti che già hanno effettuato la procedura con polipectomia.
In un referto di colonscopia correttamente compilato l’esaminatore dovrebbe sempre specificare quando ripetere l’esame, in funzione della diagnosi.
Nel caso di polipi, soprattutto se pochi, piccoli e correttamente asportati, la colonscopia può essere ripetuta tranquillamente ogni 5 anni e non più effettuata dopo i 75, a meno che non compaiano i segni di allarme suddetti (Maratt JK & al. When and How to Stop Surveillance Colonoscopy in Older Adults. American J Gastroenterology 2018; 113: 1-5.).

colonscopia

  • Creato il 22 Aprile 2018.

Il tumore del colon-retto rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità. Si presenta sempre più frequentemente dopo i 50 anni in entrambi sessi e, nella maggior parte dei casi, deriva dalla trasformazione di polipi del colon, che da lesioni benigne della mucosa dell’intestino evolvono, in un periodo lungo dai 7 ai 15 anni, in neoplasie (prevalentemente asintomatiche).

La prevenzione e la diagnosi precoce  permettono di attuare trattamenti chirurgici e farmacologici sempre più efficaci, consentendo in molti casi una guarigione o una qualità di vita residua soddisfacente.

Prevenzione: l’importanza della familiarità

Per la diagnosi precoce è importante individuare i soggetti che hanno un maggior rischio di contrarre la malattia, al fine di indirizzarli a indagini diagnostiche specifiche che consentano di realizzare così una prevenzione secondaria: “Oltre all’età (50 – 75 anni) – spiega il prof. Giacomo Bonanno, Responsabile del Servizio di Gastroenterologia di Humanitas Centro Catanese di Oncologia – un aspetto importante nella prevenzione di questi tumori è la familiarità; se  uno o più componenti sono stati affetti da tumori del colon-retto il rischio di ammalarsi è maggiore, circa il doppio rispetto alla popolazione generale. Le ricerche genetiche continuano ad ampliare le conoscenze per l’individuazione dei soggetti a rischio ai quali andrà posta una maggiore attenzione per la diagnosi precoce”. Avendo questa neoplasia tempi lunghi di evoluzione, spesso asintomatici, sono state identificate metodiche diagnostiche che permettono di riconoscerla in una fase precoce: la ricerca del sangue occulto nelle feci, la rettosigmoidoscopia, la colonscopia, la colonscopia virtuale e la video-capsula del colon.

Il programma di screening del colon-retto è indirizzato a uomini e donne dai 50 ai 69 anni di età, si basa inizialmente su un intervento di prevenzione attiva mediante il test di ricerca di sangue occulto nelle feci che consente di individuare anche tracce di sangue non visibili a occhio nudo. La positività della ricerca del sangue occulto nelle feci indica la necessità di realizzare le altre indagini diagnostiche permettendo, in tal modo, di identificare fino al 25% circa dei cancri del colon-retto. E’ importante non sottovalutare però eventuali disturbi che possono manifestarsi, anche dopo un esame di screening normale, quali anemizzazione, stipsi o diarrea, calo ponderale, presenza di sangue visibile nelle feci: in questi casi è necessario parlarne con il proprio medico di famiglia che saprà scegliere la corretta condotta diagnostica da seguire.

Nel caso di positività all’esame del sangue occulto nelle feci si effettua una colonscopia, oggi considerata la metodica più utile per porre diagnosi di tumore del colon, grazie all’esplorazione di tutto il colon: “La colonscopia – spiega il prof. Bonanno – ha una elevata accuratezza diagnostica ed un ruolo terapeutico in quanto permette di rimuovere i polipi del colon anche di dimensioni elevate. Il progressivo sviluppo della strumentazione, la crescita dell’esperienza degli operatori e l’utilizzo sempre maggiore, in molte unità operative, della sedazione superficiale e profonda rendono la colonscopia meglio accettata dai pazienti, che affrontano l’esame con maggiore serenità”.

Una valida alternativa alla colonscopia può essere rappresentata dalla colonscopia virtuale, realizzata tramite l’elaborazione, con un programma specifico, dei dati ottenuti da una TAC dell’addome. Questa metodica offre al paziente un esame con minore invasività della colonscopia tradizionale, senza sedazione, con risultati di accuratezza diagnostica approssimativamente sovrapponibili; necessita, comunque, della stessa preparazione intestinale e, qualora vengano visualizzati polipi o neoformazioni, si rende indispensabile l’esame endoscopico tradizionale per rimuovere i polipi o per eseguire delle biopsie finalizzate alla tipizzazione istologica della lesione riscontrata.

Grazie ai programmi di screening – conclude il prof. Bonanno – in Italia si è assistito nel 2016 ad una riduzione dell’incidenza dei tumori del colon-retto, testimoniando l’impatto positivo che hanno la prevenzione secondaria e la diagnosi precoce nell’interrompere la sequenza adenoma (polipo)-cancro.  I medici di famiglia hanno un ruolo fondamentale sia per stimolare i pazienti ad aderire ai programmi di screening sia per individuare tutte le situazioni cliniche che necessitano una valutazione diagnostica differente da adattare”.

L’importanza dell’alimentazione

Diversi studi hanno dimostrato che una dieta ricca di grassi animali e povera di fibre è associata a un aumento dei tumori del colon-retto, mentre diete ricche di fibre, con un alto consumo di frutta e vegetali, sembrano avere un ruolo protettivo. Per tale motivo vengono sviluppati, sempre più frequentemente, programmi di educazione alla salute con l’obiettivo di incoraggiare l’uso di diete ricche di frutta e verdura al fine di attuare una prevenzione primaria.

Cosa si può fare al posto della colonscopia?

Oltre alla colonscopia, la prevenzione per il tumore al colon prevede anche test delle feci che rappresentano un'alternativa meno sgradevole e invasiva per i pazienti. Rispetto ai vecchi test chimici delle feci (come il test del guaiaco) i nuovi test immunologici (iFOBT) sono molto affidabili.

Quali sono i sintomi dei polipi al colon?

Quali sono i sintomi dei polipi al colon?.
Sanguinamento dall'ano. ... .
Stitichezza o diarrea che dura più di una settimana..
Sangue nelle feci. ... .
Muco nelle feci..
Stanchezza, a causa di una progressiva anemia dovuta alla carenza di ferro provocata dal sanguinamento dei polipi..